Si parla poco
delle pause, quasi avessero una connotazione negativa e per questo sono
ingiustamente trascurate.
Una pausa, in
effetti, è un silenzio, un non-suono. Ma può essere ricca di espressione e la
storia della musica ne è
piena di esempi.
Proprio perché gli opposti si completano a vicenda e compenetrandosi danno senso all’intero, vale la pena approfondire la loro natura e soprattutto capire come possiamo utilizzarle nello studio e nell’improvvisazione.
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Per gli
strumenti a fiato e i cantanti utilizzare le pause è necessario per poter respirare,
essi pertanto dedicano molta attenzione a questo argomento.
Per gli altri
musicisti l’uso delle pause non è così necessario e il loro utilizzo può
risultare meno naturale.
Molti
chitarristi trascurando questo aspetto musicale sono portati a suonare
ininterrottamente, privando l’ascoltatore del tempo necessario per elaborare e
comprendere la loro musica.
Le pause, infatti, servono a “incorniciare” le
frasi musicali e a rendere comprensibile il loro significato, così come la
punteggiatura nel linguaggio scritto.
Un modo per utilizzare
le pause con naturalezza è di cantare le note che si stanno suonando, come fa
ad esempio George Benson. Il bisogno di prendere fiato distribuirà i silenzi al
posto giusto, in funzione della melodia.
Guardati il video, prima di procedere nella lettura (e prima che George Benson cada dal palco :), capirai che cosa intendo!
Guardati il video, prima di procedere nella lettura (e prima che George Benson cada dal palco :), capirai che cosa intendo!
Ma vediamo come
le pause possono esserci utili nello studio e nell’improvvisazione.
Per prima cosa
possiamo dire che la pausa ha un grande vantaggio:
Suonare una pausa è davvero facile.
Per eseguirla
non è necessaria alcuna tecnica particolare, basta non suonare! Al massimo può
richiedere l’accortezza di stoppare le corde.
I momenti d’inattività che le pause creano durante
l’esecuzione musicale possono essere davvero preziosi. Ecco a cosa possono servire:
Riposare:
Imparare a
cogliere ogni occasione per riposarci e rilassare i muscoli coinvolti
nell’esecuzione è vitale per aumentare la nostra resistenza e la fluidità della
performance musicale.
Elaborare :
Nel silenzio
della pausa il nostro cervello “riascolta” la frase musicale appena conclusa ed
elabora un’idea coerente da sviluppare nella frase successiva.
Focalizzare l’attenzione
su molteplici aspetti dell’esecuzione:
Spostare l’attenzione
dalla nostra esecuzione verso la dinamica, il beat, il suono, la forma, l’accordatura,
la comunicazione con gli altri musicisti, la relazione con il pubblico.
Interagire con gli altri musicisti:
Fare delle
pause durante la nostra improvvisazione crea per i musicisti che suonano con
noi l’opportunità di intervenire nel discorso musicale, proponendo idee che
potremo poi sviluppare.
Il dialogo che
si viene a creare migliora l’interazione fra i musicisti e l’interplay del
gruppo.
Ti saluto con l'ascolto di Miles Davis,
un vero poeta delle pause...
Manuel Consigli
Ti saluto con l'ascolto di Miles Davis,
un vero poeta delle pause...
Manuel Consigli
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