“…quando impari a muoverti in un modo nuovo, cominci a usare il tuo strumento in modo diverso”


Come spesso accade per i concetti più importanti, anche quello che sto per introdurre è contro-intuitivo. 

Siamo abituati a pensare al ritmo come a un complesso sistema logico basato su complesse relazioni matematiche. 

Sicuramente l’aspetto matematico del ritmo esiste e ti consiglio di approfondirlo più che puoi ma c’è dell’altro…

qualcosa di molto lontano dalla “testa”:

I piedi! 🙂

Esiste infatti una stretta relazione tra il modo in cui cammini e la tua percezione del beat

Nel video presentato qui sotto Howard Goodall ipotizza che la nascita del ritmo coincida con il momento evolutivo che ha visto l’uomo alzarsi nella posizione eretta

Pare che sia stato proprio il ritmico incedere del passo a stimolare nell’uomo il senso del ritmo e a usare la musica per rappresentare la propria condizione esistenziale.

C’è una profonda analogia fra l’uomo che muove i suoi passi sulla terra e la musica che si muove sulla pulsazione ritmica. 

Possiamo dire che…

 la pulsazione ritmica è la terra della musica.

Così scriveva un antico poeta e musicista:

“Il fraseggio nasce dalla pulsazione ritmica, così come il fiore o l’albero nascono dalla terra.

Alla terra questi sono ancorati da ferme radici; essi s’innalzano verso il cielo, cercando la luce e assumendo le forme più diverse, ma alla terra sono legati e a essa prima o poi torneranno. 

Questa pulsazione ritmica è la tua terra. 

Ascoltane la forza, la necessaria intensità. 

Affonda in essa le radici di ogni suono, senza perdere mai questo contatto, come un figlio non dimentica il nome di suo padre. 

Quanto puoi allontanarti da essa, prima di farvi ritorno? Quale fraseggio disegnerà la tua forza creativa nel suo impeto di libertà?”

Da “Συμβουλές για κιθαρίστες”


Dunque ecco due domande importanti per te:

com’è la qualità del tuo grounding?

Com’è il tuo portamento


Ti lascio ora con questo video tradotto e sottotitolato per i lettori della “Via della chitarra jazz” da Marco Zappani, chitarrista, cantante, scultore, interprete, insegnante e prezioso collaboratore.

Un caro saluto!

Manuel Consigli