Nell’ultimo articolo “Chitarra in carrozza- una metafora filosofica per il chitarrista in evoluzione”, abbiamo visto che l’antica metafora della carrozza può essere declinata per rappresentare il chitarrista in questo modo:
                     Il carro, (il corpo fisico), rappresenta le capacità tecniche, strumentali e ritmiche.
                    Il cavallo, (le emozioni), rappresenta il nostro potenziale energetico, le emozioni che trascinano la nostra musica quando suoniamo, il “fuoco” della passione che ci spinge a studiare per diventare migliori.
                     Il cocchiere la mente, rappresenta l’ambito della teoria musicale e dell’organizzazione logico-simbolica delle conoscenze necessarie.
                    Il padrone (l’anima o coscienza superiore), è la parte di noi che può conoscere il “luogo” dove la musica ha origine, la sua vera sorgente. È quella parte di noi che ha la capacità di trasformare un opera di “artigianato musicale” in un opera d’arte.
Per farti capire meglio come questa metafora possa aderire anche all’uomo-chitarrista voglio farti un esempio:
Immagina di improvvisare su un brano accompagnato da un bassista. I cambi degli accordi si susseguono l’un l’altro offrendo alla tua percezione un percorso sonoro.
Questo percorso può essere più o meno tortuoso, a seconda della complessità armonica del brano.

Immagina di essere il cocchiere, seduto sulla carrozza, mentre percorri questa strada tenendo fra le mani le redini del cavallo.

Le sezioni del brano che utilizzano accordi diatonici (quelli della tonalità) rispetto alla tonalità d’impianto possono essere immaginate come parti più o meno rettilineedel percorso.

Qui il cocchiere si sente sicuro. La sua carrozza è stata ben preparata per quel tipo di strada (le tue dita conoscono perfettamente la scala della tonalità) e sente di poter “lasciare andare” le redini. Il cavallo è libero di trascinare con tutta la sua energia la carrozza, che procede sicura senza correre il rischio di andare fuori strada (suonare note sbagliate).

Ma ad un certo punto nel brano si presenta un accordo estraneo alla tonalità oppure una difficile modulazione. È come se nel percorso sonoro in cui stai viaggiando con la tua carrozza si presentasse una curvaimprovvisa.

Il cocchiere fortunatamente la avvista da lontano e comincia a tirare le redini al cavallo, per poter arrivare a quella curva abbastanza lentamente da mantenere il controllo sulla carrozza.
Ma spaventato dal rischio di andare fuori strada il cocchiere esagera nel tirare le redini al cavallo e questo rallenta troppo, al punto da notare un cespuglio di erba fresca sul ciglio della strada.

Il cavallo si ferma e comincia a brucare l’erbetta.

Tu alzi lo sguardo e noti il tuo bassista che ti guarda con aria interrogativa… La musica si è fermata!
Ma non ti dai per vinto e dici al tuo bassista di provare ancora il brano.
Questa volta non farai lo stesso errore!
Parti deciso, e quando arrivi al rettilineo il cavallo corre all’impazzata (le tue dita volano sulla tastiera, sicure, sulla scala che conosci bene).

La curva (modulazione) si avvicina ma questa volta decidi di fidarti del cavallo e della buona tenuta di strada della tua carrozza. La velocità però è troppo elevata e la curva davvero stretta…
La carrozza comincia a sbandare pericolosamente e una ruota esce dalla strada, poi due, poi tre (le note sbagliate).
Cerchi di prendere il controllo strattonando le redini ma il cavallo è troppo lanciato e ormai non ti risponde.
Finisci fuori strada e la musica è di nuovo ferma!
Alzi lo sguardo e vedi che il bassista sta guardando l’orologio, e ti dice che improvvisamente si è ricordato di avere un altro impegno…
Forse avrai notato che nell’esempio manca qualcosa…

 e a questo punto forse ti starai chiedendo:
“MA IL PADRONE DELLA CARROZZA DOV’E’ FINITO???”
Non si tratta di una mia dimenticanza. 

Il padrone della carrozza è in realtà il “grande assente”, non perché non esista ma fondamentalmente perché non è quasi mai ascoltato.
Questo fatto spiega come mai sia raro ascoltare musicisti che ci tocchino in profondità con la loro musica e come invece sia molto frequente ascoltare musicisti dalla grande preparazione tecnica, a volte addirittura iper-tecnici, che ci colpiscono per le loro acrobazie ma che alla fine non lasciano traccia della loro musica dentro di noi.
Oppure musicisti “cervellotici” che magari ci gratificano dal punto di vista intellettuale ma senza provocare in noi alcuna emozione positiva.
Questa “anomalia” non sarebbe grave se fosse circoscritta solo all’ambito musicale. La musica è solo un bel gioco e quando si sbaglia non succede nulla!
Ma non ascoltare il padrone della carrozza è ciò che ci succede regolarmente, in ogni ambito della vita, nelle nostre attività, nello studio, nelle relazioni, nel lavoro, nella politica, nell’economia…
Non ascoltare la “voce del padrone” è in definitiva ciò che porta disarmonia dentro ciascuno di noi e nelle nostre azioni e che dà forma al mondo in cui viviamo, le cui condizioni sono sotto gli occhi spesso preoccupati e impotenti di tutti noi.
Come mai sia così difficile il contatto con il “padrone della carrozza” si capisce bene leggendo queste parole tratte da “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” del già citato Gurdjieff.
“…La carrozza è attaccata al cavallo per mezzo delle stanghe, il cavallo al cocchiere per mezzo delle redini, il cocchiere al suo padrone per mezzo della voce di lui”. Ma il cocchiere deve udire e comprendere la voce del padrone, deve sapere come si guida; e il cavallo deve essere addestrato a obbedire alle redini. Per quanto riguarda la relazione del cavallo con la carrozza, esso deve essere attaccato nel modo giusto.
Così tra le quattro parti di questa complessa organizzazione esistono tre collegamenti, tre legami. Se uno solo di essi presenta qualche difetto, l’insieme non può comportarsi come un tutto unico. I legami non sono dunque meno importanti dei “corpi” (cavallo, carrozza, cocchiere, padrone). Lavorando su di sé, l’uomo (e il chitarrista) lavora simultaneamente sui “corpi” e sui “legami”. Ma si tratta in tal caso di due lavori diversi”.

Quindi, mentre il cavallo è collegato alla carrozza da forti stanghe di legno, garantendo una comunicazione efficace tra il corpo e emozioni e il cocchiere al cavallo dalle redini di cuoio, un legame meno stabile ma abbastanza forte ed efficace, il padrone per comunicare con il cocchiere ha solo la sua voce.

In definitiva, ascoltare quella voce non è necessario, né per suonare né
per vivere. Si può suonare lo stesso e anche vivere, senza sapere in realtà quello che si sta facendo e senza una precisa direzione. Questo è quello che fa la maggior parte delle persone, si tratta soltanto di scegliere!
Qui invece cercheremo di mettere ordine in questi complessi meccanismi e di metterci in ascolto di quella “voce”, per dare una direzione al nostro percorso artistico, alla nostra musica e grazie a questo anche alla nostra vita.

Omar Figueroa Turcios.
Lo studio della chitarra può essere uno strumento straordinario per la tua crescita personale oltre che per la tua musicalità.
Nei prossimi articoli vedremo nel dettaglio come funziona ciascuna delle parti in gioco, nell’essere umano in generale e in particolare nel chitarrista, quali sono gli ostacoli al pieno sviluppo di ciascuna di esse e soprattutto come le varie parti in gioco si relazionano e comunicano fra loro, perché è proprio dalla loro efficace e rispettosa comunicazione che dipende lo sviluppo del potenziale dell’essere umano, del potenziale artistico del musicista e quindi del chitarrista.
 Ti saluto con questo estratto del libro, già citato, di Annie Marquier “Usare il cervello del cuore”, che ci accompagnerà ancora in questo percorso.
QUALE DOVREBBE ESSERE IL “FUNZIONAMENTO” IDEALE DELL’UOMO …
Secondo questo modello, il “funzionamento” ideale dell’uomo prevede che il padrone del carro (il Maestro, o sé), depositario di ogni conoscenza di saggezza, trasmetta sotto forma d’idee le sue direttive al cocchiere (la mente), un tipo sveglio e aperto che le trasformi in pensieri ispirati, necessari a eseguire perfettamente la volontà del suo signore: la volontà del cocchiere e quella del padrone sono un tutt’uno. Questo contatto diretto e fecondo permette anche al cocchiere di disporre di tutta l’intelligenza le competenze necessarie alla totale padronanza del cavallo (le emozioni). In questo modo tutto quanto il tiro (l’ego) è sempre condotto in modo armonioso ed efficace lungo il percorso stabilito dal padrone del carro, senza smarrirsi strade pericolose senza uscite. Il cavallo, domato alla perfezione, rimane in possesso di tutta la sua forza (potenziale emozionale totalmente disponibile) ed è in grado di tirare il carro velocemente, oltre che armoniosamente ed efficacemente (potenziale creativo al meglio delle sue possibilità), il che, sommato a un modo intelligente di condurre il veicolo, mi assicura le buone condizioni (buona salute grande energia fisica disposizione).
Allora, nel mondo materiale, l’insieme dei sistemi mentale, emozionale fisico, cioè l’ego, si trova totale servizio dell’espressione della volontà del padrone del carro, la nostra essenza, e si possono manifestare concretamente le più nobili qualità del cuore della mente, che il padrone reca in sé: intelligenza superiore, saggezza, compassione, ispirazione, eccetera. Viviamo in una condizione di pienezza, creatività, potenza e amore che niente e nessuno può alterare; siamo in grado di far fronte alle difficoltà e alle sfide della vita con saggezza, intelligenza, calma centratura. In particolare, il cavallo (il nostro sistema emozionale conscio e inconscio) rimane aperto e sensibile, pur senza lasciarsi disturbare da altri cavalli o carri che passano, condotti più o meno bene dai cocchieri di coloro che percorrono il cammino dell’esistenza insieme a noi. Se assolutamente ben condotto, il nostro cavallo può proseguire la sua strada qualsiasi siano il comportamento degli altri e le circostanze esterne. Le nostre relazioni, esenti da sommovimenti emozionali, sono feconde e felici, e diventano occasioni naturali per celebrare il viaggio della vita. Abbiamo disposizione tutta l’energia per creare e far risplendere pienamente la nostra luce nel mondo. Tutto ciò costituisce sicuramente un ideale che sarebbe assai bello realizzare …
Stay in tune!

Manuel Consigli